Deserto

Il deserto porta l’uomo al limite della sua debolezza e della sua impotenza e lo obbliga a cercare forza in Dio solo. Porta in sé il segno della povertà, dell’austerità, dell’estrema semplicità, della totale impotenza dell’uomo che scopre la sua debolezza, poiché l’uomo non è in grado di autosussistere di per se stesso di fronte al deserto. D’altronde, è Dio che conduce al deserto, poiché lo spirito non può rimanervi senza essere nutrito direttamente da Dio. Il deserto, è un tentativo di avanzare nudi, deboli, privi di ogni appoggio umano, nel digiuno del cibo terrestre e anche spirituale, verso l’incontro con Dio. E non potremmo andare lontano, se Dio stesso non ci mandasse il suo cibo come ha fatto per Israele, per Elia, coricato e spossato sotto il ginepro. La nostra preghiera, anche quando è il risultato di una attività delle virtù teologali, comporta sempre una rispettosa attesa del cibo divino. Il periodo di deserto è una prova, un test  come un tentativo pieno di fiducia per sollecitare Dio a venire verso di noi, nella nostra impotenza, per condurci a lui. Ciò che, dunque, è essenziale, in un periodo di deserto, è lo spogliamento totale e l’attesa serena e silenziosa di Dio in una certa inattività delle nostre capacità.

René Voillaume

Tratto da http://www.atma-o-jibon.org/italiano6/voillaume_pregare_per_vivere10.htm

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