QUINTO GIORNO – MEDITAZIONE V. Cuore pietoso di Gesù
E dove mai possiamo trovare un cuore più pietoso e più tenero del Cuore di Gesù, che abbia avuta maggior compassione delle nostre miserie? Questa pietà lo fece scendere dal cielo in terra. Questa gli fece dire ch’egli era quel buon pastore venuto a dar la vita per salvare le sue pecorelle. Egli per ottenere il perdono a noi peccatori, non perdonò a se stesso, e volle sacrificarsi sulla croce, per soddisfare con la sua pena il castigo a noi dovuto. Questa pietà e questa compassione gli fa dire anche al presente: Io non godo della morte dell’empio, ma che l’empio desista dalla sua condotta e viva (Ez 33, 11).
Uomini, dice, poveri figli miei, perché vi volete dannare, fuggendo da me? non vedete che separandovi da me, voi correte alla morte eterna? lo non voglio vedervi perduti; abbiate fiducia; e quando volete tornare a me, ritornate e ricupererete la vita.
Questa pietà gli fa anche dire ch’egli è quel padre amoroso che benché si veda disprezzato dal figlio, se quello ritorna pentito egli non sa discacciarlo, ma teneramente l’abbraccia e si scorda di tutte le ingiurie ricevute: Nessuna delle colpe commesse sarà ricordata (Ez 18, 22).
Non fanno così gli uomini; questi, ancorchè perdonino, sempre ritengono la memoria dell’offesa ricevuta e si sentono mossi a vendicarsi; e se non si vendicano perché temono Dio, almeno provano sempre una gran ripugnanza a conversare e trattenersi con quelle persone che li hanno vilipesi.
Ah Gesù mio, tu perdoni ai peccatori pentiti e non ricusi in questa terra di darti loro nella santa comunione in questa vita, e tutto nell’altra in cielo per mezzo della gloria, senza ritenere alcuna minima ripugnanza e tenerti abbracciata quell’anima, che ti ha offeso, per tutta l’eternità. E dove può trovarsi un cuore più amabile e più pietoso del tuo, o mio caro Salvatore?
Affetti e preghiere
Cuore pietoso del mio Gesù, abbi pietà di me: Gesù dolcissimo, abbi pietà di me. Te lo dico ora, e tu dammi la grazia di dirtelo sempre: Gesù dolcissimo, abbi pietà di me. Prima che io ti offendessi, o mio Redentore, io certamente non meritavo nessuna delle tante grazie che mi hai fatto. Tu mi hai creato, tu mi hai donato tanti lumi: tutto senza merito mio. Ma dopo che ti ho offeso, non solo io non meritavo favori, ma ho meritato il tuo abbandono e l’inferno. La tua pietà ha fatto che tu mi aspettassi e mi conservassi in vita quando io già stavo in tua disgrazia. La tua pietà mi ha illuminato ed invitato al perdono: essa mi ha dato dolore dei miei peccati, essa il desiderio di amarti; ed ora spero già per la tua pietà di stare in grazia tua.
Deh! non lasciare, o Gesù mio, di continuare ad usarmi pietà. La misericordia che ti domando è che mi dia luce e forza di non esserti più ingrato. No, amor mio, non pretendo che mi abbia a perdonarmi se io ritorno a voltarti le spalle; questa sarebbe presunzione che t’impedirebbe d’usarmi più misericordia. E qual pietà io dovrei più aspettare da te, se ingrato di nuovo disprezzassi la tua amicizia e mi separassi da te? No, Gesù mio, io ti amo e ti voglio sempre amare. E questa è la misericordia che spero e cerco da te: Non permettere che io mi separi da te.
Ne prego anche te, o madre mia Maria, non permettere che io mi abbia a separare più dal mio Dio.
Sant’Alfonso Maria di Liguori